LA "RIVOLUZIONE" AMERICANA: W L'INDIPENDENZA!!!

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29/09/2010 08:55 #1 da ALESSIO
"Londra esigeva che i sudditi americani contribuissero al pagamento delle spese del vasto "impero" nord-americano. Dopo la guerra dei sette anni, infatti, l'Inghilterra si trovava in serie difficoltà economiche (crisi finanziaria) a cui tentò di porre rimedio con due fondamentali provvedimenti: lo Sugar Act (che imponeva alti dazi sui prodotti di importazione dalla madrepatria alle colonie) e lo Stamp Act (che imponeva un bollo sui documenti ufficiali e sui giornali); inoltre la madre patria ribadiva il proprio monopolio industriale vietando di fatto lo sviluppo autonomo delle colonie, preoccupandosi, com'era ovvio, non tanto dei loro particolari interessi, quanto degli interessi globali dell'impero. Né da una parte né dall'altra esisteva di fatto un'aperta volontà di scontro e le colonie servivano come pura fonte di materie prime utili allo sviluppo inglese. B)

Se si giunse alla completa rottura fra le colonie e la madrepatria, alla Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America e alla guerra, fu perché agivano ragioni profonde e oggettive da individuare come cause reali della rivoluzione americana: le colonie non si sarebbero potute sviluppare sino a diventare il primo nucleo degli Stati Uniti d'America, se fossero rimaste inquadrate e soffocate nell'organizzazione monarchica inglese. :laugh:

Fin dal 1743, Benjamin Franklin aveva proposto d'inventariare le risorse agricole, minerali, industriali che la scienza avrebbe permesso di mettere a buon frutto. George Washington, per quanto appartenente a una famiglia di ricchi proprietari di piantagioni della Virginia, aveva esperienza sufficiente per ragionare non nei termini provinciali del profondo Sud, ma secondo prospettive globali di sviluppo. :kiss: "

Ciò nondimeno, nell'autunno del 1774, un Congresso continentale riunitosi a Filadelfia, al quale parteciparono i delegati di tutte le colonie eccetto la Georgia, si limitò a rivendicare l'autonomia amministrativa dei coloni e votò il boicottaggio sistematico delle merci inglesi, da imporre con la forza anche a quegli Americani che non l'avessero praticato spontaneamente.

Non si parlava ancora di secessione e Franklin si trovava in Inghilterra per tentare una ragionevole transazione, collaborando alla stesura di un progetto che prevedeva la costituzione di un impero federale, in cui i singoli paesi avrebbero goduto di larga autonomia pur rimanendo uniti nella persona del re. :unsure:


Quando la guerra scoppiò i coloni disponevano solamente di milizie volontarie, i minutemen, al contrario degli inglesi che si appoggiavano su un esercito ben addestrato ed equipaggiato, l'Esercito Britannico. Anche con la creazione dell'Esercito Continentale e l'inquadramento dei miliziani in truppe regolari la situazione non cambiò. Solo dopo l'inverno del 1778, quando von Steuben iniziò ad addestrare gli statunitensi a Valley Forge (Pennsylvania) le truppe dei "patrioti" ebbero un miglioramento significativo arrivando alla fine della guerra, grazie anche all'intervento francese, a poter effettuare un assedio campale, quello di Yorktown. :huh:

La differenza principale che emerse tra la tattica adottata da George Washington e i comandanti inglesi fu quella della mobilità delle truppe. Mentre i generali d'oltreoceano utilizzavano le classiche tattiche della guerra settecentesca, che prevedevano lo spostamento di truppe pesantemente equipaggiate seguite dai carriaggi, l'avvicinamento al nemico e la carica a seguito di alcune raffiche, gli statunitensi preferivano utilizzare tecniche da guerriglia, con imboscate e ritirate strategiche. :dry:

Nonostante gli inglesi avessero inflitto un numero maggiore di sconfitte agli statunitensi rispetto alle vittorie ottenute da quest'ultimi, non riuscirono mai a cogliere un successo decisivo, come invece quelli americani a Yorktown o Saratoga. :woohoo:



"Dopo la guerra d'indipendenza, i tredici stati formarono inizialmente un governo centrale molto debole in base agli Articoli della Confederazione. Questo governo non aveva, ad esempio, alcun potere di imporre tasse poiché non aveva l'organizzazione necessaria a far rispettare i pagamenti. Non poteva nemmeno controllare i commerci tra gli stati, per cui si venne a creare una serie di leggi tributarie e di tariffe in conflitto tra i vari stati. Inoltre, gli Articoli richiedevano il consenso unanime di tutti gli stati prima che potesse essere attuato qualsiasi cambiamento. Gli stati prendevano il governo centrale con tale leggerezza che i loro rappresentanti erano spesso assenti e la legislatura nazionale veniva di frequente bloccata, anche su questioni marginali, a causa della mancanza di un quorum. A seguito di questi problemi, venne indetta una riunione ("convenzione" era il termine usato allora) a causa di una disputa territoriale tra Virginia e Maryland, per vagliare la possibilità di emendare gli articoli e rafforzare il governo federale. L'ordine del giorno prevedeva solo l'emendamento di quegli articoli, ma il comitato ignorò le sue limitazioni. La Convenzione si riunì a Filadelfia, nell'estate del 1787, votò subito per tenere segrete le delibere e decise la stesura di un nuovo modello di governo, stipulando infine che solo 9 stati su 13 avrebbero dovuto ratificarlo per farlo entrare in vigore. Tutto ciò venne criticato in quanto andava ben oltre il mandato della Convenzione, oltre a essere fuori dalla legalità, ma la paralisi del governo degli Articoli della Confederazione era evidente e si concordò di sottoporre la proposta agli stati nonostante le eccezioni sollevate. Il 17 settembre 1787, la Costituzione venne completata e firmata a Filadelfia e il nuovo governo da questa prescritto entrò in funzione il 4 marzo 1789, dopo che in molti stati ci fu un'aspra lotta sulla ratifica. Queste dispute portarono alla creazione di una Costituzione basata sul compromesso tra gli stati e le parti politiche."

Ecco un piccolo estratto di come sarebbe andata, certo anche io nel mio piccolo con REVOLUTION l'ho rivissuta: B)

\\\\\\\\\\\\\\\"We the people...\\\\\\\\\\\\\\\"

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